Riuso bellico in Romagna: dalla collezione di Bruno Zama

Nel 1918, gli ultimi soldati scesero dalle alture e scavarono le ultime trincee in pianura, quasi immediatamente iniziarono un'intensa azione di "trasporto inverso". Ovunque ci fossero depositi di munizioni, bombe ancora caricate, attrezzature, oggetti di uso quotidiano - oltre ai morti ancora senza sepoltura.
Agricoltori, artigiani, casalinghe e bambini iniziarono a riciclare ciò che la guerra aveva lasciato sul campo di battaglia e realizzare ogni sorta di strumento o utensile che era necessario alla vita quotidiana.
I manufatti sono così diventati protagonisti della vita civile.
I primi oggetti da riciclare erano caschi. Ma non solo la vita di tutti i giorni aveva tanti altri bisogni.
I caschi erano anche usati come secchi per raccogliere frutta, imbuti, vasi da camera, nidi, pentole per cucinare castagne, guardie, mestoli, scolapasta, crogioli o forati per seminare. I manici di legno delle bombe a mano austriache erano usati come manici per pentole o legna per accendere il fuoco.
Le bobine del cavo telefonico sono state riutilizzate per realizzare pantofole, sedie basse, bottiglie, damigiane.
Questo processo, spontaneo si manifestò  soprattutto nella nostra regione: dietro la linea gotica, ma non solo, si diffuse e si organizzò, favorendo anche qui la ricostruzione del commercio e la disponibilità di metalli per l'artigianato. L'imponente collezione di Bruno Zama, uno dei più grandi collezionisti del mondo, è ora all'interno del palazzo, sale Alidosi e offre, attraverso oggetti, straordinari esempi di umanità e genialità. Nelle immagini a fianco le immagini di alcuni oggetti in esposizione.

réutiliser la guerre

 

   

Orari di apertura

Orari di apertura:

Domenica e festivi - 14:00 | 18:00

Telefono: +39 335-7747616

Indirizzo: Via Montanara, 1, 40022 Castel del Rio BO

 

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